DEPRESSIONE POST PARTO, RICONOSCERLA E AFFRONTARLA

La depressione post parto è un problema che interessa più di una mamma su dieci, eppure sottovalutato, poco conosciuto e poco trattato. In questo articolo approfondiamo quali sono le sue cause e le sue conseguenze, come riconoscerla, e soprattutto come affrontarla, per il benessere di mamme e bambini.

Baby Blues o depressione?

Quasi tutte le donne, nei primi giorni dopo la nascita del loro bambino, hanno frequenti sbalzi d’umore, tristezza, lacrime improvvise. In inglese si chiamano Baby Blues, e sono causate dalla vera e propria tempesta ormonale che investe il corpo femminile immediatamente dopo il parto.

Durante la gravidanza, infatti, nel sangue della futura mamma circolano quantità enormi di ormoni estrogeni, molto importanti per regolare il tono dell’umore perché da essi dipende il rilascio di serotonina, l’ormone del buonumore. Poi, dopo il parto, quando viene espulsa la placenta (grande produttrice di estrogeni), nel giro di brevissimo tempo il livello di questi ormoni crolla: da 40.000 a 10 (dieci!) picogrammi per millilitro. Nel frattempo anche progesterone e cortisolo diminuiscono bruscamente, mentre ossitocina e prolattina aumentano. 

Queste enormi e brusche modificazioni ormonali hanno un notevole impatto sul tono dell’umore, determinando appunto le Baby Blues. Niente di cui preoccuparsi: normalmente nel giro di due settimane la situazione ormonale si stabilizza e con essa anche l’umore, e il disagio si attenua fino a scomparire.

Non sempre però le cose vanno in questo modo. A volte i disagi sono più importanti, e passate due settimane non accennano a diminuire. Tristezza costante, debolezza, difficoltà a portare avanti le normali attività quotidiane e a prendere decisioni, sensazione di essere una “cattiva mamma”, inadeguata o incapace, ma anche insonnia, ansia, mancanza di appetito… Sono tutti segnali che forse c’è qualcosa di più serio che non va.

Riconoscere la depressione post parto

Per aiutarci a capire se siamo di fronte a un caso di depressione post parto possiamo fare (o farci) alcune domande.

  1. Quando tuo figlio dorme, riesci a dormire?
    Tutte le neomamme dormono poco, perché il bambino richiede cure frequenti anche di notte. Ma se dopo averlo allattato resti sveglia per ore, e non riesci a dormire nemmeno quando lui è addormentato, potrebbe essere segno che qualcosa non va.
  1. Mangi troppo, oppure troppo poco?
    Sia la perdita di appetito che la ricerca eccessiva e compulsiva di cibo possono essere campanelli di allarme.
  1. Hai voglia di uscire?
    Compatibilmente con i tanti impegni e l’inevitabile stanchezza, la voglia di uscire di casa e incontrare altre persone è segno di vitalità e buon umore.
  1. Ti senti sola? Ti sembra che il bambino sia un carico eccessivo per te?
    Queste domande ci fanno capire come la donna vive la sua attuale situazione. Il sentirsi sola, non compresa, non aiutata è forte motivo di depressione. E accresce il senso di non essere in grado di gestire la situazione, che a sua volta è un segno distintivo della depressione post parto.
depressione post parto

Depressione post parto: cause e conseguenze

La depressione post parto è un problema comune: interessa ben il 15% delle neomamme, con picchi fino al 46-48% (quasi la metà!) nelle mamme molto giovani, sotto i 20 anni.

Alla sua base ci sono ancora una volta i cambiamenti ormonali tipici del puerperio, sommati a una particolare sensibilità individuale agli effetti emotivi di tali cambiamenti. La causa di questa sensibilità può essere una familiarità per bassi livelli di serotonina: se una donna ha una storia di depressione in famiglia, o ha già avuto in passato episodi depressivi, sarà più probabile che soffra di depressione post parto.

Ma anche i fattori psicologici e relazionali giocano un ruolo fondamentale. Il crollo dell’umore è più probabile quando la neomamma è giovane o immatura, quando non riceve un supporto adeguato, quando il parto è stato traumatico o il neonato ha qualche problema di salute o è particolarmente “difficile” (dorme poco, piange molto, si alimenta con difficoltà…).

Lo stato emotivo di una madre si ripercuote inevitabilmente su quello dei figli. La mamma depressa, anche se non lo vorrebbe, ha un atteggiamento più distaccato nei confronti del suo bambino: è meno affettuosa, risponde meno ai suoi bisogni, può arrivare ad essere ostile e aggressiva nei suoi confronti a causa dell’esasperazione. Ma può trascurarlo anche per quanto riguarda il cambiarlo e lavarlo ed essere meno attenta alla sua sicurezza: in caso di madre depressa aumentano infatti gli accessi al pronto soccorso per incidenti domestici, e diminuiscono i controlli dal pediatra e il tasso di vaccinazioni. E il bambino dal canto suo sarà scontento e irritabile, magari sorriderà poco ed eviterà le interazioni, alimentando un circolo vizioso in cui la madre farà ancora più fatica a prendersi cura di lui.

Ma la depressione materna, specie se prolungata, può avere conseguenze anche a più lungo termine. I bambini infatti apprendono rispecchiando i comportamenti che vedono nelle persone che li circondano. Un bambino la cui mamma lo accudisce e gli parla con dolcezza, gli sorride, lo guarda con amore impara il linguaggio dell’amore e della tenerezza ed ha le migliori possibilità di diventare un bambino e un adulto empatico, più capace di entrare in relazione con gli altri. Un bambino con una mamma depressa potrà più facilmente diventare aggressivo oppure anch’egli depresso.

Cosa fare

Forse il fattore più importante per evitare l’insorgenza della depressione post parto, o per alleviarla quando presente, è sostenere e aiutare la neomamma. È fondamentale che abbia la possibilità anzitutto di riposare a sufficienza, perché la carenza di sonno incide enormemente sia sull’emotività che sulle funzioni cognitive: peggiora stress e irritabilità, riduce la capacità di attenzione e di prendere decisioni. Ma la madre dovrebbe anche, senza sensi di colpa, prendersi qualche pausa per dedicarsi a se stessa. In questo diventa fondamentale l’aiuto del partner, della famiglia, delle amiche, che possono sollevarla dalle incombenze domestiche e ogni tanto darle il cambio nella cura del piccolo.

Molto importante camminare all’aperto, di buon passo, per un’ora al giorno: un’attività che si può fare facilmente anche con la carrozzina o con il bimbo in fascia. L’attività fisica e il contatto con la natura hanno infatti un incredibile effetto riequilibrante sulla psiche.

Un’attenzione particolare va riservata all’alimentazione, che in questo periodo più che mai deve essere sana, varia ed equilibrata. Preferire frutta, verdura, legumi e pesce. Se durante il parto si è perso molto sangue potrebbe essere presente un’anemia da carenza di ferro, che va trattata con cura perché riduce drasticamente le energie aumenta il rischio di cadere in depressione.

Infine, non bisogna avere timore di chiedere aiuto. Un supporto psicologico può essere di grande utilità, ma a volte può essere indicata e risolutiva anche una terapia farmacologica che ristabilisca l’equilibrio ormonale e neurochimico dell’organismo.

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